Questo è un altro foodblog

Tutto è cominciato con un corso di pasticceria austro-ungarica alla Scuola della Cucina Italiana, perché se devi cadere tanto vale farlo rovinosamente.

Poi è proseguito con la prima Linzer sperimentata a casa, ed è stato subito odore di cannella, chiodi di garofano e facce soddisfatte.

Quando poi sono arrivati il tagliere e il matterello da mamma e papà, ho capito che non potevo più tornare indietro.

 

Lo so, di foodblog è pieno il mondo e oggi non riuscire a trovare una ricetta è come non riuscire a trovare una replica di “Ma come ti vesti”: sei sicuro di avere cercato bene?

Ecco, io cerco bene prima di cucinare: confronto, copio, incollo, modifico, mi affido, assaggio e a volte modifico ancora.

Cosa cucino? I sapori della famiglia da cui vengo (l’Emilia-Romagna da Rimini a Reggio, con innesti romani), i sapori dei posti in cui vado. In entrambi i casi mi servono i foodblog altrui per orientarmi tra le confuse indicazioni materne – “lo senti quando devi aggiungere farina”- per non parlare di quelle paterne – “che ce vole?” – e tra gli ammalianti indizi stranieri – “cake…rhubarb…cake jam rhubarb”. Quel che ne viene fuori alla fine è la mia versione dei piatti che mi piacciono, e se finisce qui sopra significa che qualcuno l’ha assaggiata e ha detto sì.

Il nome del blog, un dolce riminese che non ho mai fatto, ma che suona allegro, nasce da un suggerimento di Tostoini. La foto della testata è di Ishmael78. Sono anche i miei migliori assaggiatori.